Oratorio di N.S. del Castello a Savona

Musica Altra

Venerdì 27 Aprile 2012 alle ore 21,00 presso l’Oratorio di N.S. del Castello a Savona “II Rassegna di Musica antica a Savona”,concerto de “Li Musicanti” dal titolo “Musica Altra”.

Il concerto propone brani del 1500, 1600 e 1700 che, vuoi per l’argomento, vuoi per la forma musicale, vuoi per la personalità dell’autore risultano più o meno eterodossi rispetto alla musica coeva. Le semplici danze popolari del Friuli che Giorgio Mainerio arrangiò per i nobili dilettanti dell’Accademia Filarmonica di Verona, per esempio, nascondono una vicenda drammatica: l’autore, sacerdote presso il Patriarcato di Aquileia, fu inquisito per aver partecipato alla loro esecuzione, ritenuta blasfema, in particolare quella della Schiarazula, una danza per invocare la pioggia (come si rileva dagli atti processuali). Il Mainerio fu tuttavia assolto, e studi recenti hanno dimostrato che la sua partecipazione a tali riti era coerente con la prassi coreutica ebraico-alessandrina, importata dall’Evangelista Marco, che informava la pratica religiosa del Patriarcato; la tradizione marciana era però venuta in contrasto con la liturgia ambrosiana, che si tentava di imporre anche in Friuli; va notato, infine, che ancora nel secolo successivo a Venezia si danzava la Furlana a scopi terapeutici. Il più massiccio impiego della musica a tali fini, tuttavia, si incontra ancora oggi nel Salento, dove si curano i presunti effetti del morso della tarantola con la musica e la danza; nel 1500 un frate, di stanza in Puglia, annotò questo musiche che pervennero così al grande studioso e musicologo Athanasius Kircher, che le riportò nel capitolo dedicato al “Magnetismus Musicae” della sua monumentale opera, Musurgia Universalis, in cui si trovano anche una parte dei testi, in puro dialetto locale; possediamo così un patrimonio musicale autentico, antichissimo, seppur “ridotto” dal Kircher nelle strette maglie della sua cultura musicale, improntata ai modi ecclesiastici. A rappresentare la diversità in musica, eseguiamo quindi un ballo del Matto e quello dei Buffoni, che eseguono la parodia di una scontro all’arma bianca: dopo la “passeggiata” introduttiva, laddove la musica si fa più potente i ballerini fanno cozzare le spade le une contro le altre in un finto e si auspica incruento duello. La letteratura spirituale del ‘600 si esprime, secondo lo spirito del primo Barocco, con toni eccessivi e perfino morbosi, che nel Landi trovano una corrispondente trasposizione musicale. Andrea Falconieri, musicista italiano ma attivo alla corte spagnola del Vicerè di Napoli, dove si assimilò alla cultura iberica, malgrado la Controriforma imperante non temette di inserire nella sua opera alcuni brani “pericolosi” come il brando dedicato ad uno spiritello e quelli in cui danzano Barabaso e i suoi “compari”; a stemperare il clima, abbiamo inserito un brano di grande dolcezza, “La Suave Melodia”. Michael Maier, medico, alchimista, collaboratore dell’imperatore Rodolfo II d’Asburgo a Praga, dove risedette nel famoso Vicolo d’Oro, pubblicò all’inizio del ‘600 quella che, con il linguaggio d’oggi, si definirebbe un’opera multimediale, l’ “Atalanta Fugiens” in cui, elaborando il mito della vergine guerriera, vengono illustrati (in lingua latina) 50 processi alchemici, preceduti da un motto, un’illustrazione emblematica, un sonetto attinente la materia e dalla musica a tre parti su cui intonarlo. Questa musica risulta sorprendente non solo alla luce della prassi musicale coeva, ma anche alle nostre orecchie ben più smaliziate: la discussione è ancora tutt’altro che conclusa, ma presumibilmente queste Fughe erano tese alla ricerca sugli intervalli tra le note, proseguendo gli studi pitagorici sulla “musica mundana”; la nostra esecuzione, tuttavia, tende piuttosto a riportarle ad una prassi più consueta e meno “magica”, prescindendo dalla ricerca alchemica che le sottende. Li Musicanti hanno curato la trascrizione in notazione moderna di tutte le fughe di Maier. Il “Sogno di una notte di mezza estate” è, tra le opere di Shakespeare, la più controversa per i reconditi significati che traspaiono dalla leggerezza e dall’ironia della commedia; Purcell ne ricavò “La Regina delle Fate”, altrettanto deliziosa quanto enigmatica, dalla quale eseguiamo l’adattamento di due danze.