De la arte di ballare e danzare

De la arte di ballare e danzare

Domenico da Piacenza

Cap. 1

Rengratiando el grande eternum sante idio deli intelecti che per gratia da lui sono imfusi(?) et a lui solo dato li sia honore et gloria de tutte le operazioni intelectuale e moralle. E vogliando el Spectabile e nobel cavaliero messere Domengino piacentino tractare del moto corporeo cum grande reverentia imperecta(?) a quello che sempre per sua sancta humanitade se dignato de soccorrer el dicto operante e tractante de questa materia a bon fine. E pur volendo molti opponer a questo moto azele e pelegrino operando cum grande subtilitade(?) e fatica che sia venerea de(?) perditrice de tempo. L’operante argumenta in lo 2° del heticha(?) contra di questo dicendo lui che tutte le cosse se  corrompono e guastase se le sono conducte e menate induise(?) cioè  per le operatione extreme. E la mezanitade conserva. E bene chel savio Aristotele tractasse del moto alquanto in lo X del heticha(?): in altre parte non potè mai cum sua subtilitade saper cavar el subtille del subtille de questo moto corporalle mosso da luoco a luoco cum mexura, memoria agilitade e maniera. Mexura de terreno porzando aiuto spirado el corpo per fantaxmate dicendo lui e opponendo per argumenti boni e veri esser questa arte e demostrazione zentille de tanto intelecto e fatica quanto ritrovar se possa. E nota ti che vogliando operar questo motto per modo che tu nol conduci per gli extremi dice questa arte gentille havere in se buntade per natura e molta previdenzia(?) in sua operatione.

Cap. 2

Or nota che niuna creatura creata che habia in se de natura mancamento de questo motto gentile capace sia. Digando lui che zopi gobi guerci(?) de tuttili ministerij aprensini(?) sono salvo che de questa ….. operando seria frusta. Adomque li bisogna prosperita de fortuna che è beleza: impero dice el proverbio chi idio fece bello non fece tutto povero. Adomque bisogna che la natura habia adoptato e scolpido lo operante da questo mestiero da li pedi sino a lo capo, digando però questa beleza non satisfare la virtù de questa zentile arte.

Cap. 3

Or nota per dio e non essere ignorante de lo intelecto da cho datto che oltra sij adoptato per natura de beleza vogliando ti imparare e cavare el constructo de questo mestiero, lui dice che el fondamento de questo sie mexura la quale mexura tutte presteze e tardeze secondo muxica. Oltra di questo è necessario avere una grande e perfonda memoria la quale è texorera de tutti li motti corporali Naturali e Accidentali che apartiene a tutti li operanti segondo la forma del la composizione de le danze. E nota che oltra a tutte queste cosse è bisogno havere una grandissima e zentile azilitade e mainera corporea. E nota che questa agilitade e mainera per nessun modo vuole esser adoperato per li estremi. Ma tener el mezo del tuo movimento che non sia ni tropo ni poco ma cum tanta suavitade che parvi una gondola che da due remi spinta sia per quelle undicelle quando el mare fa quiete segondo sua natura. Alzando le dicte undicelle cum tardeza e asbasadosse cum presteza. Sempre operando el fondamento del la …..(?) cioè mexura la quale è tardeza ricuperada(?) cum presteza.

Cap. 4

Or nota etiandio e apri lo intelecto. Lè un altra mexura la quale è composta cum la gratia de la maniera de el de portamento che tutta la persona la quale è deseperada(?) (distinta(?)) da le mexure muxichale dicte di sopra. Questa mexura el terreno e mexura la giera(?) e questa e quella che sa sempre el mezo del tuo motto dal capo a li piedi el quale no è ni tropo ni poco e fa te fugir li extremi secgondo ha dicto lui qui di sopra.

Cap. 5

Oltra dico a ti …… chi del mestiero vole imparar bisogna danzar per fantasmata e nota che fantasmata è una prestezza corporalle la quale è mossa cum lo intelecto de la mexura dicta in prima di sopra facendo requia a cadauno tempo che pari haver veduto lo capo di meduxa come dice el poeta, cioè che facto el motto sij tutto di piedra in quello istante, et in instante metti ale como falcone che per paica mosso sia segonda la regola di sopra cioè operando mexura, memoria, mainera cum mexura de terreno e danzare.

Cap. 6

Presso è necessario a ti ………..(?) operando questa causa che segondo motto sij buono per ti e per altri cioè che concordantia de terreno ze sia, che sempre ne retroviati segondo lo esser composto(?) cioè luno cum latro porzendose aiuto fazando fine a le danze secondo lo esser suo.

Cap. 7

Ri nocta che volando provar che questo mestiero è virtude per acidentia el savio Aristotele dice in lo X° che in tutte le cosse è alcuna buntade naturalmente e intel dilecto è alcun bene ..(?) adumque fucando li extremi e malitia donque è questa virtù fazando ricordo che Aristoltele in lo 2° lauda lautropeia(?) la quale del mezo tene la virtù fucando li estremi de lo forstiero campestre e di quello che è giugulatore e ministro operando questo dilecto per fugire tristeza e molesta, domque è virtù, ma non sapiamo noi che la mexura è parte de prudentia et e ne le arte liberale. No sapiamo che la memoria è madre da la prudentia la quale se aquista per lunga experientia, no sapiamo che questa virtù è parte de armonia e de muxicha. Ricordando el savio Aristotele nel primo che a li principi e monarchi è licito aver suoi piaceri ……..(?) e condecenti concludando la operazione del motto operandolo a bono fine esser zentile pelegrino è …….(?) havuto rispecto che de molte parte è adoptato. E per la mediocritade da te galante sia conclusa questa virtù singolare.

Cap. 8

Ri nota che per satisfare(?) a ti ……….(?) lo esser de questo lui dice che de dicti(?) moti sono in lo operar de questa arte de li quali ne cava nove naturali e tri acidentali. Li nove naturali operati sono in lo pino e li tri accidentali operati sono in lo vuodo. E poiché bene dica el filosopho che non se po dare vuodo, dico vuodo el tacere e pino lo dire, dico vuodo tra un tempo e laltro dico pino in nel tempo instanti e per consequente facendo nocto a ti la natura e acidentia de gli motti.

Cap. 9

Rintendi e apri gli ochi dicendo lui che li soptoscripti sono tutti naturali cioè Sempio, dopio, reprexa, continentia, reverentia, mezavolta, voltatonda, movimento, Salto dicendo lui che la natura in si medemo necessariamente tutti li opera senza mexure li tri per accidentia sono li soptoscritti, frapamento, scorsa, e cabiamento quisti tri se acquistano per accidentia poiché non sono necesari segondo natura.

Cap. 10

Or nota dopio represa e reverentia d ice lui esser de uno tempo, sempio continetia mezavolta movimento e salto sono de mezo tempo, voltatonda consiste dui tempi. E questo è segondo motto vero de bassadanza mexurado majore imperfecto. Concludendo che frapamento, scorsa e scmbiamento sono uno quarto de tempo tuttavolta operandone uno per tempo e non più. E se per intelecto tu fussi adoptato de questa virtù ne poi mettere dui per tempo. E mettendogene dui contignera ciascaduno de li decti uno octavo de tempo tuttavolta dicendo lui che cadauno de li motti naturalli habiano suo ordine de mexure e de manere fazandote ricordo che qisti tri motti li quali se acquistano per acidentia cioè frapamento Scorsa e scabiamento sono quilli che fanno fare varietade ali motti naturali. E principalmente a quisti soptoscripti cioè sempio dopio reprexa voltatonda. E nota che lo frapamento più de li altri se adopera poiché in tutti quisti quattro nominati qui di sopra sadopera per tutti resaltando quando dai mezavolta incavo de uno dopio poi adoperare la scorsa. E nota che lo(s)cambiamento se adopra se non in le compositione de le bassedanze segondo vederai frequentemente in una la quale è nominata Corona dicendo lui che ritrovare mai non si poteva niuno optimo magistro del mestiero. Salvo se da lui non è operato la varietade de la maniera la quale ……(?) ………..(?)  e operando però insieme mexura sopratutto de la quale mexura alquante demostractione ne faremo.

Cap. 11

Or nota e priegoti vogli aprir la virtù de lo intelecto ad intender che cossa è mexura de motto etiandio come sorio composti li motti sopra le mexure. Mexura generalle segondo canto over(?)(ovvero) sono(?)(suono) o movimento consiste in mexurar el pieno cum lo vuodo, mexurar el tacere cum lo adir del sono mexurar el movimento del corpo cum la propta del pede, altramente non se poteria ritrovar principio ni mezo ne fine a questo motto de danzar. E sopra a questa mixura generalle se ne cava quatro particulare. La prima la quale è più larga de le altre se chiama per nome bassa danza de mazor imperfecto. La 2° mixura se chiama quadernaria de menor imperfecto la quale per distantia de tempo è più strecta de la bassa danza uno sesto. La 3° mixura se chiama per nome saltarello de mazor perfecto vuoi dir passo brebante e questa mexura per distantia de tempo è più strecta de la quadernaria uno altro sesto che viene ad esser uno terzo più strecta de la bassa danza. La 4° et ultima mexura se chiama per lo vulgo piva de menor perfecta. Questa calla del salterello per distantia de tempo uno sesto sicché adonque questa mexura ultima dicta piva vene ad esser più strecta de la bassa danza tri sesti che contene la mutade. In queste quatro mexure consiste el motto del danzador e del sonatore più largo e più presto. E in questo se cognosce tutto lo intellecto e tutta la ignorantia de li sonatori che se bassa danza uno canto sonerano e sempre puoco intellecto strenzeranno el canto fino a la fine e poi dirano aver facto una mexura dicendo buxia e avario factone tre. Poiché el principio del sono sera stato largo et havera havuto l’ordine de maxor imperfecto. E tu sonator per puoco intellecto strenzando la misura del canto de subito per distantia arivarai a la quadernaria.Non seria de cano((?)) del canto che per distantia de mexura intrato serai in lo saltarello e questo procede che la operatione del corpo è mazor che quello de lo intellecto el quale intellecto mette freno a le mani imperò se trovano pochi de boni poiché omni oxello non conosce el grano onde dice el proverbio è necessario viver le oche a provo (presso(?)) li panari ((?))cioè che gli ignoranti viveno appresso le…..divitie ((?)). Sicché habeando tractado la separazione de le mixure voria alquanto tractar di modi de le mexure. E se tu…me dimandi che differentia de muodo è tra la bassa danza e la quadernaria in la operazione del danzar dirotelo. Nota che la bassadanza la quale è di mazor imperfectose comenza el suo tempo in lo vuodo e compisse in lo pieno. La quaternaria la quale è di minor imperfecto è lo contrario che in principij el suo tempo in lo pieno e compisilo in lo vuodo, provetello. Nota ti sonator quando cominci a sonar una mesura de bassadanza, sempre comenza el sovrano piuttosto che (che) la botta del tenor, quello sovrano che tu comenci si el vuodo e la bota del tenor sie lo pieno. E in la quaternaria la quale è di menor imperfecto farae el contrario che tu sonador sempre recomenzarai la bota del tenor e quella del sovrano tutto insieme. Advisandote che la quaternaria sonandola le sue bote del tenor vano più equale per distantia che quella de bassadanza, altramente la cavarai fuora del suo ordine. Ma la bassadanza poiché è più larga como è dicto di sopra li puoi mettere le botte del tenor come te pare e piace, purché tengi mexura. E tu danzatore nota che quando voi comenzare una bassadanza sempre fai un movimento infuso(?) in lo tuo essere inanti che lo passo faci la prompta del pede. Questo movimento sie el vodo e lo passo cum la prompta del piede sie lo pieno. E in la quadernaria è lo contrario che tu recomenci cum lo passo siegue e lo vodo. Questa è la differentia del modo di sonare e del danzare de la bassadanza e de la quadernaria. Manca a dire el modo del saltarello e de la piva. Nota che lo saltarello ha lo suo nascimento da la bassadanza perché se ricomeza el suo tempo in lo vodo como la bassadanza e de mazor perfecto, ma li è la differentia de distantia como el dicto di sopra è più strecto uno terzo de la bassadanza e da la quadernaria uno sesto. E nota che la piva che de minor imperfecto è el suo nascimento de la quadernaria perché se comenza el suo motto del tempo in lo pieno como la quadernaria. Ma li è differentia de distantia che questa mexura dicta piva cala uno terzo da la quadernaria e de la bassadanza cala tri sesti como ho dicto di sopra e viene a calare la mitade come vedi qui su(?) questa carta. La quale carta dimostra le distanze de le mexure como se dice sonare e danzare più presto e più largo e per questo modo se fa differente el motto corporeo.

Intero(?)

Io sono la bassa danza de me-

corona e in lo operare de mi

in dazare o in sonare ben

sia data lopta(?)

sure regina e merito di portar

poche genti hanno ragione e chi

di me sadopra forza(?) che da li cieli

Sexto

Io son misura quadernaria

sonatori mi fanno ragione lor

uno sexto callo da la mia re-

di me se voglia regere del bas-

per nome chiamata e se gli

retroverano che per compartitione

gina, e sel sonatore bono bene

sadanza e del saltarello tengo il mezo

Terzo

Io sono Saltarello chiamato

da la bassadanza e se gli sona-

partire ritroverano che tengo

ria e della piva

passo brabante che dui sexti callo

tori prudenti mi vogliono com-

il mezo de la misura quaderna-

Mezo

Io sono piva per nome

la più trista perché da gli

presteza tento me faccio ina-

chiamata e de le misure son

villani sono adoperata e per mia

zi che tengo el mezo de la bassadanza

Terzo

Salta-

rello

Sexto

Quader

naria

Cap. 12

Or nota e intendi a fine de ignorantia non me incapi(?). Advisandote che questa a lo intendere è subtilissima vogliando lui che tu sapi e revolvi(?)(risolvi(?)) tutte le mexure a tuo modo cum ragione per natura o per accidentia. Nota per natura dare el suo ordine a ciascheduna mexura de la sua distantia cioè de largheza e de presteza di tempo, per accidentia saper separare tutte le mexure, cioè de dui tempi di piva farne uno de bassadanza e de uno tempo de bassadanza tempi dui de piva e de dui tempi de saltarello uno tempo de bassadanza e de uno tempo de bassadanza dui tempi de saltarello, uno tempo de saltarello uno tempo de bassadanza, e de uno tempo de bassadanza uno tempo de saltarello. Nota etiandio mettere la quadernaria in la bassadanza e la bassadanza in la quadernaria, el saltarello in la quadernaria e la quadernaria in lo saltarello. Mettere la piva cum quadernaria e la quadernaria cum la piva. Altramente tutti quilli che se intromettono de questo misterio a voler essere boni e optimi e frusta(?) se(?) lo intelecto suo no è capace de tutte queste operazioni poiché a li operanti è neccessio haver la mexura de tutte le mexure e questo è il primo fondamento de questo misterio come è dicto di sopra in lo capitolo terzo vogliando inprima tractare de la mexura de bassadanza la quale è de mazor imperfecto quante mexure se li po operare in lo motto corporeo le quali mexure hanno suo ordine per distantia e quelle non hanno suo ordine. Ma per accidentia de intelecto se porio operare como è dicto qui di sopra.

Cap.13

Ora nota che la bassadanza la quale è de mazor imperfecto, dico se po danzare per modi cinque, de li cinque dui hanno suo ordine per motto de compartizione de tempo, li altri tri per accidentia lo intelecto li poi spartirli e danzarli. Ma più difficille sono quisti altri tri motti che li dicti dui, imperò che li bisogna mettere una grande presteza e tardeza a quilli moti li quali no hanno suo ordine poiché lo intelecto li cava fuora del suo essere. E nota che quilli dui che hanno suo ordine per motto de danzare lo primo ordine de motto sie lo suo essere cioè che la bassadanza è de mazor imperfecto questo non se può negare, lo segondo ordine per motto sie la mexura de menor perfecto la quale è la piva. E nota como dico disopra in lo capitolo XII che la mexura de la piva cala sesti tri da la bassadanza per mitade mettando ti. Se tu spartirai la mexura de la bassadanza per mitade mettando ti dui tempi de piva in uno de bassadanza tu ritroverai il tuo ordine per motto e si tel(?) provo che un tempo de piva sie uno dopio, metti adamque dui de quilli dopij in uno de bassadanza ritrovarai el vero del tuo motto dicendo lui haverre(?) Facto experientia grande la quale produce effectone(?)(?), e nota che voglio diffinire li altri motti tri li quali sono difficili perché non hanno suo ordine; el primo chiamato motto quadernario ge consiste in suo compimento uno dopio cum uno frapamento in uno tempo ……(?) e ti galante poi mettere questo motto in uno tempo de bassadanza, ma sera alquanto uno poco largo como dico di sopra in lo capitollo XI essere più strecta uno sexto la quadernaria de la bassadanza. Ma per cavare fuora tutte le dubitazioni nota che questo motto quadernario poichè dico sarae alquanto largo et a te parea presto poiché uno tempo de bassadanza ha solo uno dopio naturalmente e questo ha uno dopio e uno frapamento, imperò te pare più veloce, ma vogli te mostri sera largo: vai e fa uno dopio de bassadanza e fa li uno e dui frapamenti vederai chel motto quadernario sera alquanto largo, advisandote che lo frapamento de la quadernaria ponendolo in su la mexura de la bassadanza se fa in su lo pieno e quello de bassadanza cioè lo frapamento se fa nel vuodo, e questa differentia è da luno al altro et hai(?) el primo motto difficile. El segondo motto difficile è che tu poi danzare in dui modi el motto del saltarello su la bassadanza; el primo sie che tu poi mettere uno tempo de saltarello in uno de bassadanza, ma lo saltarello sera largo poiché dico di sopra in lo capitolo XI essere più strecto el saltarello uno terzo de la bassadanza, imperò ponendo uno tempo del saltarello ……(?) in uno de bassadanza sera largo et difficile a farlo ma è de mazor intellecto. Lo segondo modo che poi danzare lo saltarello su la bassadanza tu poi mettere dui tempi del saltarello in uno de bassadanza. Ma siano prestissimi ponendoli dui tempi, perché dico qui de sopra la piva essere la mitade de bassadanza e lo saltarello è più largo de la piva uno sesto adomque ponendoli dui tempi de saltarello in uno de bassadanza sereano prestissimi, ma è de zentile intelecto a saperlo fare et hai el quinto modo el quale se po danzare in su la bassadanza. A domque resta tractare per quanti motti se po danzare su la quadernaria.

Cap. 14

Ora nota che la quadernarira dico se po danzare per moti quattro; lo primo modo ha suo ordine danzando ti uno dopio e uno frapamento drieto a lo dopio in uno tempo de quadernaria; el segondo modo tu poi danzare bassadanza su la quadernaria, cioè mettere uno tempo per motto de basadanza in uno de quadernaria. Ma la bassadanza non haria suo ordine perché in lo capitolo XI dico la bassadanza essere più larga de la quadernaria uno sesto adomque dansando tu bassadanza su la quadernaria seria la bassadanza alquanto presta e però non ha suo ordine de motto, ma perché se muta prolatione, è bello a qui el sa fare, ma non è biada per bagoni. El modo terzo posse danzare saltarello cioè mettere uno tempo per motto de saltarello in uno tempo de quadernaria, ma sera lo saltarello alquanto largo poichè lo saltarello in lo capitolo XI dico essere più strecto de la quadernaria uno sesto, sicché non haria suo ordine ricordandote chel motto del saltarello è uno doppio cum uno salteto e quello de la quadernaria è uno dopio cum uno frapamento che più lungo como è dicto di sopra in lo capitolo XIII. El modo quarto se po danzare su la quadernaria el motto de la piva, cioè che tu poni dui motti de tempo de piva in uno de quadernaria, ma seranno alquanto presti, poiché la piva per motto ritrova el mezo de la bassadanza e poiché la quadernaria è più strecta de la bassadanza uno sesto, non haria dicto modo suo ordine, ma pur spesse volte se adopera questo motto su li triumphi(?) quando li feri sono caldi de la calura de dio baco ponendo la fora(?)(?)  fine al danzare.

Cap. 15

Ora nota che el saltarello per motto se po dividere in modi cinque; el primo motto ha il suo ordine de mazor perfecto in lo suo essere de sua mexura. El motto segondo posse danzare bassadanza cioè che tu poi pigliare duitempi de saltarello e metterli in uno tempo de bassadanza. Advisandote che è difficile e non è biada da bagoni poiché è mexura larghissima, imperò se cognosce li boni intelecti de coloro che mexurano largo e che fanno mettere tempi dui per uno ricordante che lo motto non vene havere suo ordine. El terzo modo se posse danzare ancora el motto de bassadanza in lo saltarello cioè che tu poni uno motto de bassadanza su lo lo(?) saltarello cioè che tu poni uno motto de bassadanza in uno tempo de saltarello, ma sera prestissimo e veloze dicto motto fazandote ricordo che in lo capitolo XI dico lo saltarello essere più strecto de la bassadanza uno terzo imperò lo motto de la bassadanza non haria suo ordine. El muodo quarto se può danzare la quadernaria in lo saltarello cioè mettere uno tempo de motto quadernario in uno de saltarello , ma lo motto quadernario sera alquanto presto ricordante che in lo capitolo XI dico la quadernaria essere più larga del saltarello uno sesto adomque el motto non haria suo ordine. El quinto modo e ultimo se po danzare el motto de la piva de menor perfecto in lo saltarello cioè ponere tempi dui de piva in uno tempo de saltarello, ma lo motto de la piva sera prestissima ricordante che el capitolo XI dice che la piva tene el mezo per distanza de la bassadanza e vogliando tignesse el mezo del saltarello seriano li tempi dui de piva prestissimi imperò non haria suo ordine, ma è bello a saperlo spartire. Resta dire quanti modi se po operare el motto in la mexura de la piva la quale è de mener perfecto.

Cap. 16

Ora nota che la piva se po danzare per motti quattro; lo primo motto ha lo suo ordine in suo essere, el motto segondo ha l’ordine suo de motto cioè pigliando dui tempi de piva e farli in uno motto de bassadanza in lo dicti tempi de piva; la bassadanza haria suo ordine per distantia perché è più più larga de la piva la mitade: Lo terzo motto posse danzare quadernaria sul tempo de la piva ponendo tu danzatore uno motto quadernario su lo dui tempi de piva. Ma sera alquante presto poiché como dico di sopra la piva essere el mezo de la bassadanza e la quadernaria calare uno sesto da la bassadanza. Non se poteria tuore(?)dui tempi per uno e dunque non haria suo ordine. El quarto motto se po danzare saltarello su la mexura de la piva  pigliando ti galante dui tempi de piva e farli su lo uno motto de saltarello, ma lo saltarello alquanto sera largeto poiché cala uno terzo  da la bassadanza e la piva è lo mezzo de la bassadanza, imperò non haria suo ordine, ma è zentile a saperlo fare. Ponendo fine a le dicte mexure e fazendote noto le fabricatione de le danze.

Le infrascripte danze sono camposte cum il canto cane la parole per lo spectabile e egregio cavagliero messere Domenico da Piacenza salvo che ilcanto de la Figliaguglielmina che è ballata francese et sopra esso canto el dicto cavagliere ha composti i dicti(?) balli .